Il castello di Miramare conquista l'autonomia


La notizia ha sopreso tutti. Alla fine il Ministro Franceschini ha deciso che per chiudere con le polemiche che circondano da anni la gestione del Castello di Miramare è più conveniente inserirlo nell'élite dei grandi musei (anche se "non ci azzecca" proprio nulla con la Galleria degli Uffici o la Pinacoteca di Brera!) e toglierlo dalle mani degli Enti Locali che fino ad ora hanno solo chiacchierato e si sono regolarmente indignati, ma non hanno tirato fuori né una buona idea, né finanziamenti...
Infatti già in settembre la posizione dello Stato era abbastanza chiara: Mihttp://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/09/03/news/ma-il-governo-non-molla-sul-parco-di-miramare-1.12030129?refresh_ce
"Il Piccolo" del 21 gennaio non ha mancato di dare enfasi alla novità titolando "Un manager e otto saggi per il rilancio di Miramare". Ecco il testo dell'articolo:
"Un direttore, forse straniero, affiancato da otto super-esperti. Il futuro di Miramare istituto autonomo è la fotocopia di quanto già accade agli Uffizi, a Brera, alla Galleria Borghese e negli altri musei dotati di indipendenza (20 già l’anno scorso, ora altri 10, secondo quanto comunicato due giorni fa in Parlamento dal ministro Franceschini). L’iter I tempi per concretizzare la novità? «Più rapidi di quelli della Fondazione, di cui pure si era parlato», dice Roberto Cosolini. Proprio ieri a Roma il sindaco di Trieste e l’assessore regionale Gianni Torrenti si sarebbero dovuti incontrare con Franceschini per approfondire la strada della Fondazione. La svolta verso ramare polo autonomo ha sospeso il vertice, ma i protagonisti si rivedranno tra non molto. «Se la Fondazione sarebbe decollata non prima di fine 2016, credo che con la nuova soluzione potremo vedere promosso il bando, e forse pure insediato il direttore, entro il primo semestre di quest’anno», dichiara ancora il sindaco.


Le aree funzionali La sfida lanciata ai direttori, e quindi anche al manager di Miramare, sarà quella di gestire l’intera macchina con compiti svariati: dalla ricerca al progetto delle mostre, dai prestiti delle opere fino agli orari di apertura e ai prezzi dei biglietti. Senza contare che, per la prima volta in Italia, il museo godrà di autonomia contabile. Miramare avrà cinque distinte aree funzionali, ognuna assegnata a una o più unità di personale responsabile: direzione; cura e gestione delle collezioni, studio, didattica e ricerca; marketing, raccolta fondi, servizi e rapporti con il pubblico, pubbliche relazioni; amministrazione, finanze e gestione delle risorse umane; strutture, allestimenti e sicurezza. Il cda Al lavoro, a fianco del direttore, ci saranno il consiglio di amministrazione e il comitato scientifico. Il cda sarà composto di cinque membri, scelti tra esperti di chiara fama nel settore del patrimonio culturale: al direttore si aggiungeranno due persone nominate dal ministro e altre due indicate sempre dalla Cultura d’intesa uno con il ministero dell’Istruzione, l’altro con il ministero dell’Economia. I compiti? Determinare e programma le linee di ricerca e gli indirizzi tecnici dell’attività, adottare lo statuto, varare la carta dei servizi e il programma di attività annuale e pluriennale, approvare il bilancio.
Il comitato scientifico Quanto al comitato scientifico i membri saranno quattro (individuati tra professori universitari di ruolo o esperti di settore): uno designato dal ministro, uno dal consiglio superiore dei beni culturali, uno dalla Regione e uno dal Comune, tutti chiamati ad aiutare il direttore nei compiti fondamentali, dalla messa a punto dello statuto al progetto generale del museo. Costituiranno un organo consultivo a supporto del direttore sulle questioni di carattere scientifico nell’ambito di attività dell’istituto.


Il collegio sindacale Non mancherà il collegio dei revisori dei conti, composto da tre componenti effettivi, di cui un funzionario del ministero dell’Economia con funzioni di presidente e due membri supplenti, scelti tra soggetti iscritti al Registro dei revisori contabili e nominati con decreto del ministro dei Beni e delle attività culturali. Mandato e indennità Se per i membri del cda il mandato è quinquennale, per il direttore la carica è quadriennale. E lo stipendio (per Miramare si prevede un’indennità di seconda fascia) dovrebbe viaggiare attorno ai 3.100 euro netti al mese con un’indennità di risultato di 14 mila euro l’anno.
La nomina? Attraverso una selezione pubblica internazionale che l’anno scorso ha favorito la chiamata di 7 stranieri su 20. «Per una città come Trieste potrebbe andare bene una personalità di respiro ampio – osserva il capogruppo del Pd Ettore Rosato –, ma non è detto che non si trovi altrettanta capacità in Italia. Più in generale si individueranno profili che aiutino Miramare a crescere con una visione internazionale».
Le promesse mantenute Continuano intanto le manifestazioni di soddisfazione per l’autonomia concessa a parco e castello. «Un enorme salto di qualità – afferma la segretaria del Pd Fvg Antonella Grim –, la chiave di volta per garantire una flessibilità nella governance che in molti, per lungo tempo, avevano sperato e invocato». «Adesso gli eterni criticoni – aggiungono i consiglieri comunali del Pd Alessandro Carmi, Mario Ravalico e Manuel Zerjul – non potranno dire che governo e ministro non hanno tenuto fede agli impegni».

Commento: Come sempre, si trovano soluzioni senza analizzare le cause che hanno generato i problemi. Miramare è da anni nelle condizioni di difficoltà ben note per motivi molto semplici: uno staff minimo (il conservatore non ha neppure un impiegato che lo aiuti), e finanziamenti ridotti all'osso, arrivati sempre in enorme ritardo.
Poteva funzionare al meglio un sito come questo, che in un qualsiasi paese europeo avrebbe uno staff scientifico di almeno dieci persone?
E'stato un vero miracolo mantenere sempre l'apertura e accogliere ogni anno quasi 300 mila turisti! Bisognerebbe fare i complimenti anziché le critiche a chi è riuscito a fare così tanto...
Che cosa potrà fare il - sicuramente bravissimo - nuovo direttore - italiano o straniero -  se non potrà avere personale e soldi? Nulla neppure lui, ovviamente. O magari farà subito una grande mostra per gettare fumo negli occhi e vendere il suo prodotto in sintonia con la politica dell'immagine!
Ma per ora va tutto bene, la politica ha fatto l'ennesima promessa (qualcuno ha persino il coraggio di definirla già "mantenuta"!!!) e il problema, agli occhi dell'opinione pubblica, è brillantemente "risolto"....

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