Un allestimento bellissimo fa risplendere il Museo Nazionale di Aquileia




Anche se il risalto sulla stampa locale non è stato adeguato all'importanza della notizia, o comunque lo spazio dato a questo evento è stato largamente inferiore a quello dedicato a mostre di cui non si conserva nemmeno il ricordo, l'apertura, il 3 agosto, di due piani del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia completamente riallestiti è davvero un fatto straordinario per la cultura e per il turismo e restituisce un po'di fiducia in un momento in cui il patrimonio museale, sia a livello nazionale che nella regione Friuli Venezia Giulia è in una situazione, a dir poco, confusa e precaria.


Visitando questi spazi nel 2016, in occasione della mostra, se la memoria non inganna, dedicata ai "leoni di persia", ci si domandava se aveva senso sminuire l'esposizione permanente per dare così tanto valore a un'iniziativa certamente originale ma di scarso valore scientifico, dato che si trattava di pezzi messi assieme soprattutto per l'effetto spettacolare, mentre era chiarissima la finalità politica di quell'operazione.
Per questo motivo la soddisfazione di vedere rinnovato il museo di Aquileia è ancora maggiore. Lasciamo agli archeologi la valutazione scientifica del percorso che è stato creato, degli apparati didattici, delle scelte che sono state fatte. Di sicuro la nuova collocazione dei pezzi, più distanti l'uno dall'altro, ottimamente illuminati, meglio spiegati, favorisce non solo la comprensione  del loro significato per la storia di Aquileia e per la storia romana, ma il godimento della loro bellezza, l'apprezzamento della buona conservazione, della finezza esecutiva.
La scelta di un fondo grigio azzurro per le pareti fa risaltare nel modo giusto il bianco dei marmi e delle pietre, ma fa emergere pienamente anche i colori, dei mosaici ad esempio, o dei vetri e delle terrecotte. Alcune soluzioni "creative" come il raggruppamento delle teste, ne fa cogliere pregi e differenze.


Insomma finalmente quello che dobbiamo considerare il più importante patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia parla un linguaggio contemporaneo, ha perso quella patina polverosa, anche se gloriosa, che da decenni sembrava impossibile rimuovere.
Complimenti al direttore del polo museale Luca Caburlotto e alla direttrice del Museo di Aquileia Marta Novello.

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