Dipiazza, Cacciari e Carlo Scarpa: parole in libertà per confondere le cose e non parlare di riforme sbagliate...



Il sindaco Dipiazza non ama entrare nel merito delle questioni, soprattutto quelle spinose come la soppressione dei dirigenti dei musei di cui porta la responsabilità storica. Ma non sa dare spiegazioni convincenti. Preferisce le battute e gli insulti, secondo le sue attitudini. Questa volta ribatte al mio articolo  rievocando un fatto del 2007 (v. "Il Piccolo" di oggi) che, nella sua ottica, dovrebbe ristabilire la verità  sulla supposta autorevolezza scientifica dei dirigenti dei musei. Secondo i suoi ricordi, infatti, il sindaco Cacciari, in visita al Revoltella, impartì alla direttrice (cioè la sottoscritta) "una lezione sul vero architetto del Revoltella". Cosa che a Dipiazza "fece piacere"! 
Ricordo bene anch'io quell'episodio. Massimo Cacciari sollevò dubbi sull'autenticità della "mano" di Carlo Scarpa nella ristrutturazione del museo, io lo ascoltai con interesse, ma comunque difesi la paternità scarpiana del lavoro, visto che proprio nel 2007 il museo aveva pubblicato un importante catalogo dedicato al lavoro triestino di Scarpa, ricco di contributi scientifici di illustri studiosi. 

Secondo Dipiazza invece Cacciari avrebbe svelato il "vero architetto del Revoltella"... Ma quale?  Il "vero architetto" resta Carlo Scarpa, e a Dipiazza, che forse non ha ascoltato bene il ragionamento di Cacciari, gioverebbe vantarsene qualche volta.

(Ancor più nitidamente mi ricordo come, alla fine della visita, assieme ad alcune persone presenti, commentammo com'era insolito e gratificante accompagnare in visita un sindaco, come Cacciari, che ne capiva di quelle materie e che era un piacere ascoltare.) 

A giudicare dalle dichiarazioni rilasciate al "Piccolo" di oggi sembra di capire che  le tante voci levatesi contro la soppressione delle direzioni dei musei non turbino minimamente l'Amministrazione comunale di Trieste e che la questione resterà seppellita sotto un bello strato di sabbia, come era facile prevedere.  Anzi, il sindaco Dipiazza, contando sempre sulla mancanza di memoria (o di coraggio) di chi legge, si è pure vantato di avere ridotto il numero dei dirigenti e di avere eliminato un bel po' di "generali" per dare spazio ai "capitani".  Non soddisfatto della metafora, spara numeri assolutamente falsi, dicendo che all'inizio del suo primo mandato (2001) aveva trovato 74 dirigenti e ora li ha ridotti a 31 con un risparmio di 10 milioni. 

In verità i dirigenti erano 55 già negli anni Novanta (giunta Illy) e con Dipiazza sono scesi a 35 già prima del 2010. Dunque il risparmio è stato di 4 dirigenti rispetto a dodici anni fa. Non abbastanza da andare così orgogliosi, tanto più che è dimostrato che la mancanza di dirigenti, se da un lato favorisce un più agevole esercizio del potere da parte della politica, per altri versi, come sta succedendo nei musei, sta mandando la gestione allo sbando. 

In questo frangente in cui ho dovuto ripensare agli aspetti più dolorosi della mia lunga (e comunque sempre entusiasmante) esperienza di direttore del Museo Revoltella, ritengo utile pubblicare il ricorso al TAR che ho presentato nel 2010 dopo la prima riforma del settore cultura (attuata da Dipiazza in sintonia con l'allora assessore alla cultura Massimo Greco) in cui si può leggere la vicenda in tutti i suoi risvolti negativi già evidenti. Nessuno poteva immaginare che sarebbe finita anche peggio! 

Purtroppo il ricorso fu respinto, non nel merito, ma perché come ricorrente non ero direttamente danneggiata dal provvedimento. Fu comunque un gesto simbolico, di cui sono ancora molto convinta e fiera. E rileggerlo, a dodici anni di distanza, mi addolora profondamente, considerato che a quei tempi, pure difficili, le cose non erano arrivate a un punto così basso.

E in questo clima di falsità e rimozioni forse varrà la pena documentare (dovrebbero farlo tutti coloro che ne sono stati testimoni), cosa è successo veramente nella cultura triestina degli ultimi decenni. 

Maria Masau Dan

(nella foto: Massimo Cacciari in visita al Museo Revoltella il 13 dicembre 2007) 


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