Non c’era posto per i musei nello stand del Friuli Venezia Giulia alla B.I.T. di Milano


“Un’immagine fresca e rinnovata” è ciò che la Regione Friuli Venezia Giulia si proponeva di comunicare con il nuovo stand di 1500 metri quadrati realizzato dalla Turismo FVG per la Borsa Internazionale del Turismo di Milano (17-20 febbraio). “Declinato a livello cromatico sui colori del logo, il nero, il bianco e il rosso” - si legge sul sito web – l’avveniristico progetto voleva anche “comunicare in maniera incisiva il nuovo posizionamento, più moderno e internazionale della regione”.  In effetti l’immagine è convincente, e il linguaggio decisamente contemporaneo. Ma i contenuti? Confidiamo che almeno lo stand (e le prelibatezze servite dagli chef) abbia colpito i “buyers” perché l’offerta turistica, almeno dai materiali in rete, appare abbastanza carente di un filo conduttore, di un progetto unitario, di un’idea-guida che identifichi questa regione. Dalle Frecce Tricolori a “Carnia 700”, passando per il Carso della Grande Guerra e le grandi mostre a Villa Manin, tutti i consueti luoghi comuni sul Friuli Venezia Giulia sono stati caricati alla rinfusa sui camion e portati alla Fiera di Milano, però con “un’immagine fresca e rinnovata”.
L’idea di cultura che emerge dal programma non è frutto di un’analisi sistematica condotta nei vari settori, ma del caso, e non riesce a sembrare nulla di più che una lista di eventi disparati. Ciò che colpisce inoltre è che la Regione voglia attirare turisti soprattutto con gli “eventi”, iniziative costose ed effimere, mentre ignora il potenziale delle istituzioni culturali, cioè le “strutture stabili”, in particolare i musei, che sono invece alla base del turismo culturale, un filone di cui pare nessuno abbia parlato nei tanti incontri organizzati nello stand milanese.
Si è parlato più di progetti che di risorse esistenti, cosa abbastanza curiosa in una fiera in cui si dovrebbe vendere l’esistente e non fare sognare il futuro. Ciò che esiste, invece, e funziona, attirando ogni anno non meno di 700-800.000 presenze, come i musei, è stato lasciato a casa. C’era di tutto, ma non i depliant dei principali musei della regione sui colorati banconi dello stand della BIT…
Ma quando si parla di offrire “cultura” o di “identità”, davvero si può intendere solo il prosciutto di San Daniele, il frico, il boretto e la jota? Nessuno è sfiorato dal dubbio che il “turismo culturale” senza musei non esiste? Si può capire la Carnia senza vedere il Museo Gortani di Tolmezzo o Trieste senza visitare il Revoltella?
La desolazione aumenta quando si va a curiosare nelle altre regioni: senza competere col Piemonte che si è presentato alla BIT con un programma eccezionale tutto incentrato sull’Unità d’Italia, in cui naturalmente sono stati posti al centro dell’attenzione alcuni luoghi di eccellenza come il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, la Reggia di Venaria Reale, Palazzo Madama, persino il Museo dell’Automobile, ecc. con interventi di ristrutturazione in tutte queste sedi e in molte altre, anche la Calabria, per citare una regione ‘povera’, ha puntato sui  musei presentando a Milano il sito www.museidellacalabria.it , già visitabile anche tramite i dispositivi mobili. Si legge sul comunicato stampa: “Il portale descrive oltre 15.000 beni museali calabresi, i musei più visitati, un archivio fotografico, una videogallery e la possibilità di visualizzare i più importanti reperti anche attraverso l'iphone, consentendo, prima in Calabria e tra le prime in Italia, la visita virtuale ai musei. Inoltre, sono stati informatizzati i più importanti siti museali, prodotte oltre 35.000 schede di catalogo museale e rese disponibili oltre 60.000 foto. Con questo strumento la Regione Calabria propone i propri tesori culturali in una delle più importanti manifestazioni turistiche mondiali, con l'intenzione di promuovere sviluppo economico e crescita culturale.”
Parole che non si sentono da anni in Friuli Venezia Giulia, la prima regione a censire i beni culturali dopo il terremoto del 1976 e oggi certamente tra le ultime nella promozione dei beni culturali.




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