Progetto annessione del Litorale Adriatico (1943-45)

Tema della mostra, che si intitola "Progetto annessione: Propaganda e cultura per il Nuovo Ordine Europeo (1943-1945)" ed è  curata da Enzo Collotti e Paolo Ferrari è la violenza della propaganda e della cultura nazista, volte a creare i presupposti per l’annessione del Friuli e di tutta la Zona di Operazioni Litorale Adriatico nel Terzo Reich. E'ospitata alla Galleria fotografica "Tina Modotti" di Udine e resterà aperta fino al 3 marzo. Gli scopi della propaganda furono diversi: terrorizzare le popolazioni per ostacolare l’appoggio al movimento partigiano; convincere della futura vittoria nazista; utilizzare le differenze identitarie e culturali per proporre il Grande Reich come supremo arbitro dei rapporti tra italiani, sloveni e croati. >>>
In questo contesto, un impegno preciso degli organi di propaganda nazista fu la valorizzazione strumentale delle tradizioni locali, compresa quella friulana (i tedeschi coniarono tra l’altro il temine Furlaner), funzionale al tentativo di recidere i legami tra la regione e il regno d’Italia, enfatizzare le distinte identità culturali in funzione di un loro inserimento in un’Europa sotto l’egemonia nazista.
Le regioni nord-orientali dell’Italia vennero così investite dal tentativo di legare progressivamente classi dirigenti e popolazione al mondo tedesco, con iniziative, pur nelle difficili condizioni della guerra, volte a convincere delle migliori prospettive offerte dalla nuova compagine statuale. Le iniziative culturali ebbero non soltanto lo scopo di condizionare una popolazione duramente provata da conflitto della giustezza della guerra e anzi della sua necessità come difesa dalle barbarie del nemico, scoraggiandola dall’appoggiare le formazioni partigiane, ma anche quello di convincere della debolezza dei legami culturali con il resto dell’Italia rispetto a quelli con il mondo tedesco. In questo quadro, la distruzione delle comunità ebraiche costituiva il primo passaggio di un processo volto a negare l’autonomia e la sopravvivenza di altre realtà culturali.
Questi temi cono affrontati a partire da una straordinaria documentazione fotografica, conservata negli archivi comunali di Udine, relativa alla mostra “Bolscevismo senza maschera”, allestita nel 1944 prima a Trieste e poi a Udine (dove venne inaugurata il 19 luglio 1944). Le fotografie permettono di ripercorrere i temi trattati dai nazisti e l’impatto sulla città, nel cui centro furono collocati i pannelli e allestite alcune vetrine di negozi. Accanto a queste immagini, sono presentate fotografie, documenti, manifesti dell’epoca e libri provenienti da diverse raccolte della regione.

Aperta dal 24 gennaio al 3 marzo alla Galleria Fotografica "Tina Modotti" di Udine, via Paolo Sarpi.
Da martedì 12 febbraio sono previste visite guidate per le scuole nelle giornate di martedì e mercoledì.
Prenotazione obbligatoria: tel. 0432 414749 -
didatticamusei@comune.udine.it
Ingresso libero
Orari di apertura al pubblico:
venerdì dalle 15.00 alle 18.00
Sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00

Apertura mattina per le scuole su prenotazione.

Commenti