S.O.S. musei! Promemoria sulle istituzioni culturali per i candidati alla Regione
Nella campagna elettorale in corso per il rinnovo del Consiglio regionale si sente parlare poco di cultura e per nulla di musei (nella foto l'ingresso della Galleria Spazzapan). Eppure questo settore sta vivendo, a causa dei tagli di bilancio e dei contributi, una crisi particolarmente forte, le cui conseguenze saranno gravissime nel lungo periodo. Le istituzioni culturali sono realtà che si costruiscono e si consolidano lentamente, e il più delle volte sono frutto dell’impegno di molte generazioni, ma si possono distruggere in pochissimo tempo. E non rinascono facilmente. E’possibile che nessuno percepisca questo problema? Oppure che si eviti di parlarne perché sembra uno di quei “lussi” che in tempi di crescita della disoccupazione “pare brutto” citare? Ma anche qui la disoccupazione è in crescita, calano i fondi per tutti i servizi che i musei erogano grazie alle collaborazioni esterne, stanno diminuendo tutte le opportunità di lavoro per le cooperative culturali, per i ricercatori che fanno catalogazione, per i restauratori, per chi fa didattica museale, allestimenti, comunicazione. La disoccupazione culturale è un male gravissimo per la società, vuol dire avere sprecato gli investimenti (a che servono i corsi di laurea in conservazione dei beni culturali?) e non mettere a frutto un bagaglio di conoscenze prezioso e pronto da utilizzare. Vuol dire anche scoraggiare coloro che potrebbero avvicinarsi a questi studi e lavorare in futuro alla conservazione dei beni culturali. Ma chi lo farà nei prossimi trent’anni?
Dobbiamo fare il possibile per rendere gli amministratori consapevoli del pericolo che corrono le istituzioni culturali lasciate sole e senza mezzi. Per ora si potrà sopravvivere, certo, abbiamo ancora qualche anno davanti, ma senza investimenti non c’è futuro.
Scordiamoci, comunque, che la cultura si faccia attraverso “i grandi eventi”, veri e propri teatri delle vanità e della speculazione (dei politici e dei curatori) a spese delle istituzioni permanenti. La cultura si fa giorno per giorno, erogando servizi, facendo funzionare le biblioteche, tenendo aperti e vivi i musei, educando i ragazzi al rispetto e alla conoscenza del patrimonio.
Ma veniamo ai fatti concreti. Questa è in sintesi la realtà museale della regione.
L'OFFERTA MUSEALE della regione Friuli Venezia Giulia, grazie alla lunga e complessa storia di questo territorio, è decisamente ragguardevole e più significativa di quella delle regioni “minori”. Le eccellenze: musei nazionali di Aquileia, Cividale, Castello di Miramare, Musei d’arte moderna (Revoltella, Casa Cavazzini di Udine, Parco di Pordenone), musei scientifici (Trieste e Udine), musei etnografici (museo carnico di Tolmezzo, museo etnografico di Udine. Altri musei con molte potenzialità: Galleria d’arte contemporanea “Luigi Spazzapan” di Gradisca, Galleria d’arte contemporanea di Monfalcone).
PRODUTTIVITA': nel loro insieme, i musei della regione Friuli Venezia Giulia producono un movimento di visitatori stimabile in 1.000.000 di persone, di cui almeno metà sono turisti, in larga parte stranieri, e un quarto popolazione scolastica. Oltre a questo svolgono il compito importantissimo di conservare il patrimonio storico locale ed erogano quotidianamente servizi culturali (didattica, biblioteche, fototeche, conferenze, cinema, ecc.)
IMMAGINE: i musei costituiscono un ingrediente imprescindibile per l’immagine regionale; senza i musei al territorio verrebbero a mancare i fondamenti della sua identità culturale, che non può essere legata solo al paesaggio, ai monumenti e alla gastronomia, ma si basa anche sul significato che le generazioni passate hanno voluto dare agli oggetti preziosi (materiale archeologico, abbigliamento, monili, quadri, sculture, mobili, suppellettili….) collezionati e conservati per i posteri;
Quadro della politica museale in Friuli Venezia Giulia
CRITICITA':
1. assenza di una legislazione aggiornata ai tempi (la legge sui musei/beni culturali è ancora quella emanata dopo il terremoto del 1976!); la proposta di legge (“Testo unico sulla cultura”) dell’assessore De Anna ha “dimenticato” completamente i musei;
2. assenza di politiche di valorizzazione dei musei da parte della Regione (nessun riferimento ai musei, all’arte o all’etnografia o alla scienza nelle campagne pubblicitarie per il turismo; esigui contributi per il funzionamento e l’attività;)
3. assenza di un “sistema museale regionale” che colleghi (al di là delle biglietterie in cui è attiva la fvg card) le varie realtà museali in circuiti e generi una effettiva cooperazione fra i musei sia ai fini gestionali che di promozione;
4. assenza di politiche di attività coordinate (mostre che si articolino in varie sezioni distribuite nelle province, progetti didattici comuni, pacchetti turistici);
5. assenza di politiche finalizzate all’occupazione in campo culturale (i giovani che si laureano dopo avere frequentato “Conservazione dei beni culturali” non hanno alcuna possibilità di inserirsi nei musei, non si fanno concorsi da almeno dieci anni);
6. Villa Manin rappresenta una forma di “cannibalismo culturale” poiché brucia per una sola mostra il budget che consentirebbe di fare funzionare al meglio almeno un museo per ogni capoluogo di provincia
UNIVERSITA': manca totalmente un collegamento Regione/Comuni/Università finalizzato alla definizione di una politica culturale che contenga delle strategie comuni mentre ciò che avviene ora nel campo culturale è solo una dispersione di eventi di ogni genere, costosi e in genere inutili in un’ottica di educazione permanente della popolazione e di sviluppo dell’occupazione in campo culturale;
PROPOSTE
a. Varare urgentemente una legge sui musei che crei finalmente un “sistema museale” del Friuli Venezia Giulia e fissi gli standard minimi per ottenere riconoscimento e contributi;
b. Analizzare in profondità l’offerta museale sia per razionalizzare tramite eventuali accorpamenti, sia per valutare il rispetto degli standard, sia per individuare nuovi temi collegati alla situazione particolare della regione; non c’è nessun museo che rispecchi la presenza di minoranze culturali nel territorio;
c. Pianificare una campagna di promozione che inserisca i musei nell’offerta turistica del territorio come parte integrante delle eccellenze “da vendere”;
d. Avviare una strategia di sviluppo dell’occupazione in campo culturale, permettendo ai giovani di accedere a esperienze di alta formazione nell’ambito museale e cercando di aggiungere almeno un centinaio di posti negli enti locali per specialisti nei campi della storia,dell’arte, dell’archeologia, dell’etnografia, della storia naturale, che assicurino in dieci anni il ricambio generazionale;
e. Stimolare l’Università a migliorare l’offerta formativa in campo museale;
f. Destinare fondi all’arte contemporanea finanziando progetti innovativi, l’aggiornamento e l’incremento delle collezioni museali (gli acquisti nei musei si sono fermati agli anni Settanta!) , le mostre che valorizzano i giovani, le nuove tecnologie, ecc.
g. Favorire la collaborazione tra musei e mondo produttivo sia attraverso iniziative espositive di valorizzazione della produzione (design del mobile, ma anche della nautica, artigianato di qualità, moda, floro-vivaismo, ecc.) sia indirettamente attraverso la presenza di punti ristoro che propongano le eccellenze eno-gastronomiche;
h. Utilizzare le risorse finanziarie messe a disposizione dei bandi europei
DA DOVE SI PARTE:
COSA HA FATTO (O NON HA FATTO) LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
· NON PROMULGA LEGGI SIGNIFICATIVE IN MATERIA DI BENI CULTURALI DAL 1976
· NON RIUNISCE DA ALMENO CINQUE ANNI LA COMMISSIONE MUSEI: I MUSEI FRIULANI si sono moltiplicati a dismisura senza indirizzi, ha prevalso il campanilismo, IL LOCALISMO. Aperti o chiusi fa lo stesso, le sovvenzioni non sono soggette ai parametri di valutazione.
· MENTRE LO STATO INDIRIZZA DANDO NUOVI MODELLI GESTIONALI e tutte le regioni italiane recepiscono e applicano la legge sui sistemi regionali-anche la basilicata- solo noi siamo rimasti tagliati fuori dal rinnovamento in atto in materia di istituzioni museali
· la distribuzione dei fondi ai musei multipli di capoluogo non avviene in base a programmazione coordinata, ma a caso, senza progettualità; del resto i contributi sono ormai scesi a 50.000 euro l’anno, non incidono molto sui bilanci;
· Villa Manin ha accentrato la maggior parte delle risorse con bilanci di 2-3 milioni di euro l’anno che non hanno portato a un ritorno significativo in termini di numeri di presenze e di immagine della Regione; sottrae milioni di euro al territorio senza coordinarsi e lavorare con le città capoluogo.
· I Musei regionali hanno perso il ruolo di istituzioni scientifiche a scapito di un concetto di cultura effimera (mostre, festival etc), si sono depauperati di professionalità, non acquisiscono più opere, non collaborano tra loro.
· TUTTO QUESTO MENTRE IL RESTO D'ITALIA STA SCOPRENDO O BENEFICI DI UNA SINERGIA TRA CULTURA, TURISMO, INDOTTO, E SOPRATTUTTO va a scapito dell’IMMAGINE culturale GLOBALE della nostra REGIONE
Considerazioni generali
I beni culturali rappresentano l’immagine dell' identità di un territorio e devono ricoprire pertanto un ruolo centrale nella formazione del cittadino e nella crescita sociale e civile della comunità stessa.
Dobbiamo fare il possibile per rendere gli amministratori consapevoli del pericolo che corrono le istituzioni culturali lasciate sole e senza mezzi. Per ora si potrà sopravvivere, certo, abbiamo ancora qualche anno davanti, ma senza investimenti non c’è futuro.
Scordiamoci, comunque, che la cultura si faccia attraverso “i grandi eventi”, veri e propri teatri delle vanità e della speculazione (dei politici e dei curatori) a spese delle istituzioni permanenti. La cultura si fa giorno per giorno, erogando servizi, facendo funzionare le biblioteche, tenendo aperti e vivi i musei, educando i ragazzi al rispetto e alla conoscenza del patrimonio.
Villa Manin Mostra del Tiepolo |
L'OFFERTA MUSEALE della regione Friuli Venezia Giulia, grazie alla lunga e complessa storia di questo territorio, è decisamente ragguardevole e più significativa di quella delle regioni “minori”. Le eccellenze: musei nazionali di Aquileia, Cividale, Castello di Miramare, Musei d’arte moderna (Revoltella, Casa Cavazzini di Udine, Parco di Pordenone), musei scientifici (Trieste e Udine), musei etnografici (museo carnico di Tolmezzo, museo etnografico di Udine. Altri musei con molte potenzialità: Galleria d’arte contemporanea “Luigi Spazzapan” di Gradisca, Galleria d’arte contemporanea di Monfalcone).
PRODUTTIVITA': nel loro insieme, i musei della regione Friuli Venezia Giulia producono un movimento di visitatori stimabile in 1.000.000 di persone, di cui almeno metà sono turisti, in larga parte stranieri, e un quarto popolazione scolastica. Oltre a questo svolgono il compito importantissimo di conservare il patrimonio storico locale ed erogano quotidianamente servizi culturali (didattica, biblioteche, fototeche, conferenze, cinema, ecc.)
PArCo di Pordenone, l'auditorium |
Andrea Bellunello, Polittico di San Floriano |
CRITICITA':
1. assenza di una legislazione aggiornata ai tempi (la legge sui musei/beni culturali è ancora quella emanata dopo il terremoto del 1976!); la proposta di legge (“Testo unico sulla cultura”) dell’assessore De Anna ha “dimenticato” completamente i musei;
2. assenza di politiche di valorizzazione dei musei da parte della Regione (nessun riferimento ai musei, all’arte o all’etnografia o alla scienza nelle campagne pubblicitarie per il turismo; esigui contributi per il funzionamento e l’attività;)
3. assenza di un “sistema museale regionale” che colleghi (al di là delle biglietterie in cui è attiva la fvg card) le varie realtà museali in circuiti e generi una effettiva cooperazione fra i musei sia ai fini gestionali che di promozione;
4. assenza di politiche di attività coordinate (mostre che si articolino in varie sezioni distribuite nelle province, progetti didattici comuni, pacchetti turistici);
5. assenza di politiche finalizzate all’occupazione in campo culturale (i giovani che si laureano dopo avere frequentato “Conservazione dei beni culturali” non hanno alcuna possibilità di inserirsi nei musei, non si fanno concorsi da almeno dieci anni);
6. Villa Manin rappresenta una forma di “cannibalismo culturale” poiché brucia per una sola mostra il budget che consentirebbe di fare funzionare al meglio almeno un museo per ogni capoluogo di provincia
UNIVERSITA': manca totalmente un collegamento Regione/Comuni/Università finalizzato alla definizione di una politica culturale che contenga delle strategie comuni mentre ciò che avviene ora nel campo culturale è solo una dispersione di eventi di ogni genere, costosi e in genere inutili in un’ottica di educazione permanente della popolazione e di sviluppo dell’occupazione in campo culturale;
Tiepolo, Rachele nasconde gli idoli, Museo diocesano, Udine |
a. Varare urgentemente una legge sui musei che crei finalmente un “sistema museale” del Friuli Venezia Giulia e fissi gli standard minimi per ottenere riconoscimento e contributi;
b. Analizzare in profondità l’offerta museale sia per razionalizzare tramite eventuali accorpamenti, sia per valutare il rispetto degli standard, sia per individuare nuovi temi collegati alla situazione particolare della regione; non c’è nessun museo che rispecchi la presenza di minoranze culturali nel territorio;
c. Pianificare una campagna di promozione che inserisca i musei nell’offerta turistica del territorio come parte integrante delle eccellenze “da vendere”;
d. Avviare una strategia di sviluppo dell’occupazione in campo culturale, permettendo ai giovani di accedere a esperienze di alta formazione nell’ambito museale e cercando di aggiungere almeno un centinaio di posti negli enti locali per specialisti nei campi della storia,dell’arte, dell’archeologia, dell’etnografia, della storia naturale, che assicurino in dieci anni il ricambio generazionale;
e. Stimolare l’Università a migliorare l’offerta formativa in campo museale;
f. Destinare fondi all’arte contemporanea finanziando progetti innovativi, l’aggiornamento e l’incremento delle collezioni museali (gli acquisti nei musei si sono fermati agli anni Settanta!) , le mostre che valorizzano i giovani, le nuove tecnologie, ecc.
g. Favorire la collaborazione tra musei e mondo produttivo sia attraverso iniziative espositive di valorizzazione della produzione (design del mobile, ma anche della nautica, artigianato di qualità, moda, floro-vivaismo, ecc.) sia indirettamente attraverso la presenza di punti ristoro che propongano le eccellenze eno-gastronomiche;
h. Utilizzare le risorse finanziarie messe a disposizione dei bandi europei
Trieste, Museo Revoltella |
Udine, Casa Cavazzini |
DA DOVE SI PARTE:
COSA HA FATTO (O NON HA FATTO) LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
· NON PROMULGA LEGGI SIGNIFICATIVE IN MATERIA DI BENI CULTURALI DAL 1976
· NON RIUNISCE DA ALMENO CINQUE ANNI LA COMMISSIONE MUSEI: I MUSEI FRIULANI si sono moltiplicati a dismisura senza indirizzi, ha prevalso il campanilismo, IL LOCALISMO. Aperti o chiusi fa lo stesso, le sovvenzioni non sono soggette ai parametri di valutazione.
· MENTRE LO STATO INDIRIZZA DANDO NUOVI MODELLI GESTIONALI e tutte le regioni italiane recepiscono e applicano la legge sui sistemi regionali-anche la basilicata- solo noi siamo rimasti tagliati fuori dal rinnovamento in atto in materia di istituzioni museali
· la distribuzione dei fondi ai musei multipli di capoluogo non avviene in base a programmazione coordinata, ma a caso, senza progettualità; del resto i contributi sono ormai scesi a 50.000 euro l’anno, non incidono molto sui bilanci;
· Villa Manin ha accentrato la maggior parte delle risorse con bilanci di 2-3 milioni di euro l’anno che non hanno portato a un ritorno significativo in termini di numeri di presenze e di immagine della Regione; sottrae milioni di euro al territorio senza coordinarsi e lavorare con le città capoluogo.
· I Musei regionali hanno perso il ruolo di istituzioni scientifiche a scapito di un concetto di cultura effimera (mostre, festival etc), si sono depauperati di professionalità, non acquisiscono più opere, non collaborano tra loro.
· TUTTO QUESTO MENTRE IL RESTO D'ITALIA STA SCOPRENDO O BENEFICI DI UNA SINERGIA TRA CULTURA, TURISMO, INDOTTO, E SOPRATTUTTO va a scapito dell’IMMAGINE culturale GLOBALE della nostra REGIONE
Trieste, Museo Sartorio |
I beni culturali rappresentano l’immagine dell' identità di un territorio e devono ricoprire pertanto un ruolo centrale nella formazione del cittadino e nella crescita sociale e civile della comunità stessa.
In questo progetto di formazione del cittadino del futuro, la Regione Friuli Venezia Giulia deve provvedere affinché ciascuno rispetti il ruolo e le funzioni che gli sono proprie: un nuovo sistema culturale centrato come punto di forza sulle istituzioni culturali (i musei in particolare, ma anche archivi, biblioteche per le loro specifiche funzioni) che funga da strumento di informazione a tutti i livelli e in tutti i campi della conoscenza, di divulgazione scientifica e di educazione permanente per ogni tipologia di cittadini, oltre che di tutela e conservazione del nostro patrimonio.
Per garantire che ciò avvenga è necessario sostenere lo sviluppo e il miglioramento del sistema formativo, ma anche la creazione di un sistema solido e permanente di informazione e di divulgazione del sapere e della cultura che valorizzi al meglio le istituzioni culturali della nostra regione.
Con particolare riferimento allo sviluppo di un sistema museale regionale, che deve coinvolgere ogni tipologia museale e porsi sempre più l’obiettivo di favorire l’integrazione tra cultura umanistica e cultura scientifica, è necessario dare piena attuazione all’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e standard per i musei previsti all'art. 150 del D.L. 112/98 e approvati con D.M. del 10 maggio 2001. L’attuazione deve prevedere in particolare:
Come primo atto si chiede di sostenere e promuovere progetti culturali che partano da istituzioni museali tra loro associate in forma di “sistema”, come stiamo cercando di fare tra Provincia di Gorizia, Comune di Pordenone e Comune di Trieste in particolare a sostegno dell’arte contemporanea regionale, facilitando quindi anche l’attuazione di progetti europei oggi principale fonte di sostentamento delle istituzioni culturali.
Maria Masau Dan, Isabella Reale
e colleghi dei Musei di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine
Per garantire che ciò avvenga è necessario sostenere lo sviluppo e il miglioramento del sistema formativo, ma anche la creazione di un sistema solido e permanente di informazione e di divulgazione del sapere e della cultura che valorizzi al meglio le istituzioni culturali della nostra regione.
Con particolare riferimento allo sviluppo di un sistema museale regionale, che deve coinvolgere ogni tipologia museale e porsi sempre più l’obiettivo di favorire l’integrazione tra cultura umanistica e cultura scientifica, è necessario dare piena attuazione all’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e standard per i musei previsti all'art. 150 del D.L. 112/98 e approvati con D.M. del 10 maggio 2001. L’attuazione deve prevedere in particolare:
Pordenone, PArCo, Inaugurazione mostra Contemporanea/mente |
- l’accreditamento dei musei (ovvero il rispetto di standard minimi di funzionamento);
- la definizione dei profili professionali nel rispetto della Carta nazionale delle professioni museali promossa nel 2005 dalla Conferenza permanente delle Associazioni Museali Italiane e la promozione di corsi di formazione specifici e qualificati;
- la promozione di reti, di sistemi e, in generale, di forme di gestione associata.
Come primo atto si chiede di sostenere e promuovere progetti culturali che partano da istituzioni museali tra loro associate in forma di “sistema”, come stiamo cercando di fare tra Provincia di Gorizia, Comune di Pordenone e Comune di Trieste in particolare a sostegno dell’arte contemporanea regionale, facilitando quindi anche l’attuazione di progetti europei oggi principale fonte di sostentamento delle istituzioni culturali.
Maria Masau Dan, Isabella Reale
e colleghi dei Musei di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine
Commenti
Posta un commento