A Pordenone si parla di storia della ceramica

Una nuova stagione di incontri al Museo Ricchieri. L’ARTE SERVITA SUL PIATTO. Conversazioni sulla storia della ceramica”
Il cosiddetto “Museo Galvani” “documenta la produzione della Ceramica Galvani dalla fine del XIX secolo alla fine dell’attività (metà degli anni Settanta); costituisce un insieme di fondamentale importanza per la storia economica della città di Pordenone e un insostituibile materiale di studio nell’evoluzione dei tipi e della decorazione ceramica di fine Ottocento e dei primi anni del Novecento, raccogliendo esempi insostituibili nel campo della produzione industriale e in quello della ceramica popolare”. Così  recita il decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali datato 19 dicembre 1984, ponendo il vincolo  grazie al quale ora il Museo d’Arte di Pordenone conserva tra le sue collezioni migliaia tra oggetti, studi e bozzetti  e un ricco archivio documentario che testimonia la memoria della storica azienda Galvani fondata nel 1811 a Pordenone e fiorita, con un mercato di portata internazionale e una produzione che si è spesso confrontata con l’Arte, fino agli anni Settanta del secolo scorso.

La Galvani è una delle tre più importanti fabbriche italiane di ceramiche del Novecento per quantità e qualità della produzione, per diffusione dei prodotti a scala nazionale e internazionale, per numero di dipendenti. Il marchio con il caratteristico “Galletto” Galvani contrassegnò non “robbe fine”, non porcellane,  bensì pignatte, scodelle, boccali, in terraglia, ingentiliti da rose e fiori dipinti a pennello da abili mani femminili, arricchiti da motti di sapienza popolare, da decori di ispirazione cinese e a imitazione della ceramica inglese. Presso la Galvani già nel secondo Ottocento, ma in particolare nei primi decenni del Novecento, vennero anche chiamati e coinvolti  artisti di fama per fornire idee e progetti e rilanciare la produzione ceramica friulana, che non solo seppe rinnovare lo stile “rustico” tradizionale con il “rustico moderno” ma anche misurarsi con il Futurismo, il Déco e il Novecentismo: artisti d’avanguardia come Gino Rossi, Anselmo Bucci e Giacomo Balla disegnarono per la Galvani, che affidò negli anni Trenta la direzione artistica al veneziano Angelo Simonetto, maestro della decorazione all’aerografo e interprete originale dello stile Novecento, chiamando a collaborare con nuove forme plastiche e decori scultori come Ruffo Giuntini, o il giovanissimo Armando Pizzinato. L’Arte dunque come leva per il rilancio: questo è l’ingrediente che accomuna la Galvani con le altre produzioni di successo italiane, come la Richard Ginori o la Società Ceramica Italiana di Laveno.
Ma la sezione ceramica delle collezioni civiche pordenonesi è stata anche arricchita da donazioni di collezionisti con preziosi esemplari di porcellane di Meissen, di Capodimonte, e anche dall’importante sezione di ceramica popolare antica raccolta da Luigi ed Andreina Ciceri tra il Veneto, la Carnia e il Friuli.
Per rendere questo patrimonio nuovamente fruibile al pubblico, il Museo propone una serie dii incontri organizzati da Isabella Reale, curatore dei Musei d’Arte di Pordenone, e Vincenzo Sogaro, esperto del settore e collezionista, arricchiti dalla presenza di studiosi e protagonisti della storia della ceramica nel territorio, con l’obiettivo di valorizzare le raccolte di ceramica associando una conversazione frontale a una visita guidata particolare alle collezioni, occasione per presentare, in applicazione del principio della rotazione, opere in deposito o mai prima esposte. Un omaggio che il Museo intende fare al lavoro di tanti operai e artisti che hanno saputo diffondere il buon gusto attraverso oggetti di uso quotidiano, come stoviglie, brocche, vasi, servendo letteralmente l’Arte “sul piatto”.
Una preziosa aggiunta, con antichi vasi cinesi, ci porterà a scoprire anche le collezioni del Seminario di Pordenone, in collaborazione con il Museo Diocesano d’Arte Sacra.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla generosa disponibilità dei relatori, e sarà arricchita da speciali degustazioni offerte da EnoPordenone, con il “vino di tutti”, il Pordenone.
Tutti gli incontri si terranno presso Palazzo Ricchieri, in Corso Vittorio Emanuele II, 51, ed è gradita la prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Ogni variazione del programma sarà tempestivamente comunicata sul sito del Comune di Pordenone www.comune.pordenone.it/it

CALENDARIO CONFERENZE

Venerdì 14 marzo, ore 17.30

Introduzione: cenni storici per un’arte “servita” sul piatto.

Con Isabella Reale e Vincenzo Sogaro

Una conversazione sul  servito (o servizio) “buono” da tavola, per il vino, per  dolce, per il caffè, per il tè, per i liquori,  da regalare o da esibire nelle grandi occasioni, per ricevere degnamente gli ospiti e gli amici …. un sogno (un mito) della società borghese, dalla fine del Settecento ai giorni nostri. Forme e decorazioni furono progettate anche da artisti di fama, sia presso manifatture artigianali sia presso fabbriche industriali. La prima conversazione si concentra sulla produzione ottocentesca e sul concetto di tradizione nel primo Novecento e riguarda esempi di area veneta (Italia Orientale), provenienti dalle collezioni del Museo Civico d’Arte di Pordenone, con speciale riguardo alla Ceramica Galvani.

Giovedì 20 marzo ore 17.30

Un percorso a ritroso nel tempo: dai “cocci” del Museo Ricchieri alla tavola imbandita del Museo Archeologico del Castello di Torre.

Con Anna Nicoletta Rigoni, Museo Archeologico del Friuli Occidentale-Castello di Torre.

Molto spesso l’archeologo non ha a che fare con oggetti integri ma solo con frammenti, anche molto minuti, di manufatti ceramici (i cosiddetti “cocci”) dei quali deve cercare di ricostruire, attraverso uno studio attento e specialistico, la forma e la decorazione, la datazione, il contesto d’uso. Il lavoro di un archeologo che opera nei musei è anche quello, però, di valorizzare e rendere “parlanti” questi pezzi, talvolta molto poco attraenti dal punto di vista estetico, ma infinitamente importanti dal punto di vista storico-culturale: il “bello” dell’operazione sta nel riuscire a comunicare, con tutti gli strumenti possibili e disponibili, al fruitore del museo che anche una brutto coccio è cosa preziosissima.

Venerdì 28 marzo ore 17.30

Collezionisti non per caso: la ceramica donata da Andreina e Luigi Ciceri al Museo di Pordenone.

Con Pierfrancesco Busetto, Biblioteca Civica di Pordenone.

La collezione di ceramiche che Andreina Nicoloso Ciceri volle destinare  al Museo civico d’Arte di Pordenone documenta la lunga attività di raccolta e classificazione del marito Luigi, noto studioso delle arti e tradizioni popolari friulane alla cui memoria si lega il donativo. I materiali ceramici risultano essere piuttosto eterogenei e di varia provenienza, ma attestano una esplicita volontà di riscoperta delle peculiarità “locali” dell’arte figulina, nel più vasto campo degli studi sulle arti minori e tradizionali.

 Venerdì 4 aprile ore 17.30

Artisti noti e altri meno noti alla Galvani: avanguardia e tradizione, passando per Gino Rossi e Giacomo Balla. La Galvani vista dal di dentro: conversazione con Giuseppe Rosa

Con  Isabella Reale e Vincenzo Sogaro.

All’inizio si copiò, spigolando tra oriente e occidente, e affiancando alla decorazione a mano l’impiego di tecniche di decalcomania, ma presso la Galvani già a fine Ottocento, e in particolare nei primi decenni del Novecento, vennero coinvolti e chiamati artisti di fama per fornire idee e progetti: da Michelangelo Grigoletti, a Gino Rossi, da Giacomo Balla, fino ad Angelo Simonetto e Ruffo Giuntini. A  rilanciare a livello internazionale la produzione ceramica friulana contribuì in modo determinante la figura dell’artista e l’Arte del proprio tempo fu la  leva per il rilancio, un ingrediente che accomuna la Galvani con le altre produzioni di successo italiane, come la Richard Ginori, o la Lenci. Giuseppe Rosa ci racconta infine in prima persona degli ultimi decenni di attività della ceramica Galvani, tra innovazione e sperimentazione e nuove sfide industriali.

Venerdì 11 ore 17.30

Modellare la ceramica: incontro con Gigi Prosdocimo, artista

«
Molteplici le sfide creative affrontate da Gigi Prosdocimo nell'arduo mondo della ceramica». scriveva Carlo Sala nel catalogo dedicato all’artista in occasione dell’ Antologica 1962-2007, che ha fatto il punto  su una  ricerca originale, d’avanguardia,  imperniata sulla materia e sulle sue infinite potenzialità, tra suggestioni informali e  Spazialismo: statuine, reperti, sfoglie e smalti, engobbi, composizione di piastre, ma anche una vocazione all’Arte come esperienza creativa da condividere per formare e comunicare.

Museo Civico d’Arte
Pordenone, Corso Vittorio Emanuele II, 51
Chiuso il 1 novembre e il lunedi.
Orari: martedì>sabato 15.30- 19.30; domenica 10 -13 / 15.30- 19.30
Ingresso intero 3 euro, ridotto 1 euro.
Info: tel. 0434 392937 mail museo.arte@comune.pordenone it

Relatori

Pierfrancesco Busetto si è laureato a Udine con una tesi in storia dell’Architettura. Ha frequentato i corsi in Tecnologie informatiche per in Beni Culturali presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e si è poi specializzato in Storia dell’Arte Medievale e Moderna. Lavora presso la Biblioteca di Pordenone, dove cura il settore locale e i fondi antichi.

Gigi (Luigi) Prosdocimo, (Motta di Livenza, 1937). Dal 1953 al 1961 ha intrapreso nella bottega paterna l’attività di restauro, quindi si è dedicato alla ceramica, partecipando a numerosi concorsi e mostre prestigiose tra cui la Biennale Internazionale d'Arte di Venezia (1962, 1964, 1968) e il Concorso Internazionale di Gualdo Tadino. Da trent'anni si occupa di terapia occupazionale e arte-terapia con persone disabili e conduce attività di formazione per operatori del settore. Ha progettato e tuttora conduce i Centri Educativo Occupazionali Diurni della Cooperativa Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza (TV), all'interno dei quali ha maturato il suo progetto educativo.

Isabella Reale, storico dell’arte, conservatore dei Musei d’Arte di Pordenone, già direttrice della Galleria d’Arte Moderna e delle Gallerie del Progetto di Udine, ha curato cataloghi e mostre sul vedutismo veneziano del Settecento, sull’arte tra Otto e Novecento in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, e attualmente è impegnata nello studio dei rapporti tra arte e industria nel primo Novecento con particolare riguardo al Friuli.

Anna Nicoletta Rigoni, archeologa conservatore del Museo Archeologico del Friuli Occidentale del Castello di Torre di Pordenone, si è occupata soprattutto di studio delle ceramiche grezze medievali rinvenute in vari contesti archeologici. Negli ultimi dieci anni è stata impegnata prevalentemente nel coordinamento delle operazioni di allestimento del Museo civico di Asolo, del Museo Archeologico di Montereale Valcellina e soprattutto del Museo Archeologico di Pordenone.

Giuseppe Rosa
Dopo l’Istituto d’Arte a Perugia, dove ha il primo e decisivo approccio con la ceramica,studia all’Accademia di Belle Arti di Perugia, dove ha come maestro Gerardo Dottori e dove conosce Leoncillo e Burri, divenendo negli anni Cinquanta a Pordenone stretto collaboratore di Angelo Simonetto alla Ceramica Galvani. Insegnante di disegno, ha progettato opere di grande impegno tecnico e artistico.

Vincenzo Sogaro.
Collezionista di ceramiche italiane del Novecento, con particolare riferimento alle produzioni di piccola e grande serie dell’area orientale. Collabora come volontario con il Museo Civico di Pordenone nel completare l’inventario del fondo Galvani del Museo di Pordeno

 

 

 

enopordenone é un progetto di valorizzazione del territorio che ha l'obiettivo di far condividere le peculiarità del ricco comparto vitivinicolo della provincia di Pordenone.

 

La volontà è quella di promuovere il sapere enologico diffuso e far emergere la “qualità di vita” che si respira nel territorio della nostra provincia.



La Sede
L’associazione ha sede a San Quirino, in Villa Cattaneo, splendida dimora settecentesca in Via Molino di Sotto, 41.




 

 

 

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