Un grande artista nato qui: Luigi Spazzapan







Luigi Spazzapan, Geometrizzazione di un nudo femminile, 1947

Luigi Spazzapan nasce a Gradisca d’Isonzo il 18 aprile 1889. Suo padre – originario, come la madre della valle del Vipacco - è guardia carceraria nella famigerata prigione austriaca ospitata nel castello cinquecentesco. Intorno al 1902 la sua famiglia si trasferisce a Gorizia, dove egli frequenta le Scuole Reali, un istituto tecnico, diplomandosi nel 1910. Tra il 1911 e il 1913 soggiorna a Vienna, ma non riesce ad ottenere l'ammissione all'Accademia di Belle Arti, come vorrebbe. Tornato a Gorizia, su consiglio degli amici Veno Pilon e Ivan Čargo, segue gli insegnamenti del pittore sloveno Fran Tratnik, uno dei maggiori rappresentanti dell’Espressionismo sloveno, che in quegli anni vive in città.
Nel 1914 Spazzapan è chiamato alle armi con l’esercito austriaco e viene inviato prima a Fiume e poi sul fronte dei Carpazi. Nel 1916 viene fatto prigioniero e solo dopo due anni riesce ad evadere. Nel 1918 viene catturato dagli italiani e mandato all’Ospedale di Arma di Taggia per fare l’interprete dei soldati austriaci ricoverati.
Alla fine della guerra rientra a Gorizia, dove trova una situazione profondamente cambiata anche in famiglia. Un fratello è morto in guerra e altri due hanno optato per la Jugoslavia. Passa molti mesi di incertezza e disorientamento. Nel 1921, grazie al cugino ispettore scolastico, ottiene una supplenza di matematica e geometria alla Scuola Media di Idria. Qui conosce Elena Lapajne, una cantante lirica e musicista, da cui ha una figlia, Danusa Stefania.



Luigi Spazzapan, Progetto per decorazione murale, 1923

Nel 1923 lascia l’insegnamento e torna a Gorizia per dedicarsi completamente all’attività artistica frequentando il Circolo Artistico e il Movimento Futurista Giuliano. L’ambiente goriziano è allora molto vivace e ricco di personalità come lo storico dell’arte Antonio Morassi, il musicista Mario Kogoj, gli architetti Cuzzi e Gyra, il poeta Sofronio Pocarini (giornalista e fondatore del Movimento Futurista Giuliano) i pittori Veno Pilon, Edoardo Del Neri, Sergio Sergi, Rodolfo Battig, ecc. . Egli è attivo su vari fronti: esegue ad esempio copertine di libri in lingua slovena, si dedica alla caricatura e all’illustrazione. Nel 1924, assieme al Club dei Giovani espone sue opere a Lubiana in una mostra dedicata alle nuove generazioni. E’presente, sempre nel 1924, alla “Prima esposizione goriziana di Belle Arti”, voluta da Morassi e Pocarini, e aperta anche alle avanguardie. I suoi lavori futuristi colpiscono per la novità, ma attirano anche molte critiche negative.
Nel 1925 ottiene la medaglia d’argento all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali Moderne di Parigi dove espone disegni di stoffe e progetti di decorazioni murali. Nello stesso anno è incaricato di disegnare un manifesto e un francobollo per l’Esposizione di Caccia di Gorizia. La sua grafica moderna piace e ottiene anche di disegnare la copertina della rivista “Squille isontine” mensile dell’Associazione Stampa Giuliana.
Ma non si limita alla grafica, sperimenta anche altre modalità espressive. Nel 1926 espone delle sculture colorate nella sezione futurista della IV Esposizione d’arte delle Tre Venezie a Padova. Nel 1927 partecipa alla “Prima esposizione sindacale d’arte di Trieste” con il ritratto in gesso di Veno Pilon. Nello stesso anno fa parte del comitato di redazione della rivista d’avanguardia “Tank” fondata a Lubiana da Ferdo Delak.



Luigi Spazzapan, Mangiatori di lische, 1931

Nel 1928, su invito dell’architetto goriziano Umberto Cuzzi, già suo compagno di scuola, si trasferisce a Torino per partecipare al concorso per la decorazione murale del Padiglione della Chimica all’Esposizione Internazionale allestita al Parco del Valentino, ma il suo progetto non viene accettato e, ad aggravare la situazione, gli viene tolto il passaporto per motivi politici. Cuzzi, Gigi Chessa ed Enrico Paulucci sostengono l’artista che, per loro tramite, si lega subito a Lionello Venturi ed Edoardo Persico.
Sempre nel 1928 partecipa alla Mostra Nazionale del Tessile di Roma con disegni per stoffe che ottengono il primo premio.
Nel 1929 viene in contatto con il gruppo dei “Sei di Torino”, per i quali disegna la locandina di una mostra. Il suo talento di grafico gli consente di trovare lavoro come illustratore alla “Gazzetta del Popolo” poi all’ “Illustrazione del Popolo” e “Il Selvaggio”, periodici con i quali in seguito collaborerà a lungo.
Nel 1931 Persico gli organizza una mostra di disegni a china acquarellati e dilavati (i lavis) presso la Galleria del Milione che dirige a Milano che viene presentata da Sironi: in quell’occasione Spazzapan attira l’attenzione di Lionello Venturi che nel 1932 presenta le sue grafiche, assieme ai lavori di Levi, Menzio e Paulucci, alla Galleria Jeune Europe di Parigi. Nel 1932 conosce Ginia, la donna che diverrà sua compagna. Sono anni di lavoro intenso e di impegno in cui Spazzapan inizia a dipingere paesaggi fluviali, tempere su carta ispirate al Parco del Valentino. Il colore è vivo, luminoso, e il segno leggero e vibrante. Spazzapan si colloca decisamente dalla parte opposta dei seguaci del Novecento, guardando con più attenzione all’impressionismo e ai francesi.


Luigi Spazzapan, Pescatore sul Po, 1934

Nel 1935 Cipriano Efisio Oppo allestisce una sua personale all’interno della II Quadriennale Romana (1935); nel 1936 viene invitato alla XX Biennale di Venezia e, negli anni successivi, segue una fitta serie di esposizioni in Italia e all’estero, tra cui una personale nella Galleria Alex Alberti di Parigi diretta da Sandro Alberti e Velso Mucci.
Nel 1941 la Galleria d’arte della “Gazzetta del Popolo” organizza una sua personale di 117 opere. E’ la prima importante occasione per presentarsi al pubblico torinese a tredici anni dal suo arrivo in città.
Nel 1943 un bombardamento aereo distrugge lo studio dell’artista che perde migliaia di opere. Spazzapan è sfollato a Pinerolo in casa del collezionista Gianfranco Villa. Tornato a Torino, impiega molti mesi a ricostruire il suo mondo.



Luigi Spazzapan, Nebbia sotto i bombardamenti, 1942

Il dopoguerra segna un’evoluzione della sua pittura in direzione geometrica. Sono datate 1946 le prime composizioni in cui il segno fluido del periodo precedente si irrigidisce in reticoli che organizzano lo spazio del quadro con un nuovo rigore, benché sempre caratterizzato da un’ampia gamma cromatica.
Nel 1946 organizza con Umberto Mastroianni e Mattia Moreni una grande mostra intitolata “Arte italiana d’oggi – Premio Torino”, volta a proporre le ultime tendenze dell’arte italiana. A quasi sessant’anni Spazzapan assume un ruolo centrale nella promozione dell’arte contemporanea a Torino e non solo. Ma di lì a poco una nuova tragedia gli sconvolge la vita: muore improvvisamente Ginia ed egli rimane solo. La sua pittura cambia ancora, a dimostrazione della sua capacità di aggiornarsi restando sempre se stesso, e vira decisamente verso l’astratto e l’informale. Gli anni Cinquanta sono ricchi di soddisfazioni e di riconoscimenti da parte della critica e del mercato.



Nel 1950 è nuovamente invitato alla Biennale di Venezia e nel 1954 è chiamato a tenere un corso di decorazione all’Istituto d’Arte di Modena. Nell’ambito della Biennale di Venezia del 1954 e della Quadriennale di Roma del 1955 gli viene dedicata una sala personale. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di San Paolo in Brasile e ottenne la Cattedra di Decorazione al Liceo Artistico di Torino.
Si spense improvvisamente a Torino il 18 febbraio 1958.

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