Dove sono le opere di Lucio Fontana dei musei friulani?


Mettiamo che oggi un appassionato cultore friulano di Lucio Fontana voglia celebrare il centoventesimo anniversario della sua nascita (era nato il 19 febbraio 1899 nella lontana Argentina, vedi biografia nel sito della fondazione a lui intitolata) andando a guardare da vicino una sua opera.  In una galleria d'arte moderna, ovviamente. Scoprirà che Fontana figura nelle collezioni di tutte e tre le gallerie regionali, il Revoltella di Trieste, Casa Cavazzini a Udine, il Museo d'arte di Pordenone.
Si poteva immaginare: Fontana è un artista fondamentale per capire il secondo '900 e molti direttori di musei l'hanno capito fortunatamente mentre era ancora in vita. Inoltre oggi ha un valore enorme sul mercato dell'arte, cosa che non guasta, visto che spesso nei musei finiscono quei pezzi che i proprietari non riescono a vendere....
Fontana, poi, è uno degli italiani celebri a livello internazionale, cosa che aumenta il prestigio del museo anche agli occhi dei visitatori stranieri, che di solito conoscono ben poco della nostra arte contemporanea. Inoltre, dato il valore e la grande richiesta del collezionismo (in questo articolo i record di vendita, in America e in Gran Bretagna si è arrivati quasi a superare i 25 milioni di dollari, in Italia il record è del 2018 ed è di 2.500.000 euro, come si legge qui, ), inevitabilmente è molto falsificato. Per cui tre opere di proprietà pubblica nel raggio di una cinquantina di chilometri, sicuramente autentiche, sono un fatto molto importante. Un capitale di qualche milione di euro.
Peccato che due su tre, quella di Udine e quella di Pordenone, siano invisibili. Nascoste nei depositi. E' esposta solo l'opera del Museo Revoltella di Trieste (foto in alto), Concetto spaziale - Attese acquistata nel 1968 direttamente dall'artista per un prezzo bassissimo.
A Casa Cavazzini, invece, Fontana non c'è. E anche per ricordarlo qui lo troviamo solo in una guida, non esiste più il catalogo online.
Peccato non poterlo vedere perché è un pezzo degli anni '50 (Taglio bianco, 1959, cm 80x100) di parecchi anni precedente rispetto a quello di Trieste e di una certa dimensione. Valore? Di certo non meno di un milione di euro, forse anche vicino a 1.500.000-1.800.000 euro. Intendiamoci, non è obbligatorio esporre un'opera in base al suo valore commerciale, ma a questi livelli non si giustifica neppure che resti nei depositi. Forse può permetterselo il Moma di New York, ma non Casa Cavazzini....
Anche a  Pordenone evidentemente nessuno si è accorto di avere un pezzo così importante nelle sue collezioni pubbliche. Non stupisce tanto visto che, non solo non si vedono più esposte le opere d'arte per le quali a suo tempo è stato creato il PaRCo ma persino il museo, aperto solo nel 2010, è morto, scomparso completamente da quegli spazi, lasciando il posto al Paff! Palazzo dell'arte del fumetto.
Sembra uno scherzo invece è tutto vero!
Ma un paio di sale di questo indispensabile Paff! non si potevano lasciare anche a una collezione d'arte moderna importante per la città? E non c'è nessuno a Pordenone che si domandi se era giusto "uccidere" un museo per lasciare tutto lo spazio al fumetto? Non era possibile far convivere le cose?
Domande inutili a cui nessuno risponderà.
Nel catalogo del Patrimonio culturale regionale c'è comunque una scheda che testimonia la sua esistenza. Eccola.


Ma dove sarà l'opera di Fontana arrivata a Pordenone con la Collezione Ruini? Speriamo custodita almeno in un caveau. E magari in condizioni adeguate ambientali e climatiche adatte a un'opera di quell'importanza, che tra l'altro, ha delle applicazioni di vetro molto delicate.
Un museo si può eliminare (a nessuno sembra così grave e la politica trova sempre ottime motivazioni), ma le opere no. Nemmeno danneggiarle.
Sarebbe un reato!

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