Qualche giorno fa ci ha lasciato Luisa Crusvar, una delle storiche dell'arte più colte, originali e autorevoli di Trieste, attiva dagli anni Settanta su un vastissimo arco di interessi e autrice di una serie di volumi imprescindibili per chi studia la storia dell'arte triestina, e non solo, ma anche le arti applicate, l'architettura, la storia della progettazione navale. Su alcuni temi come quello delle importanti collezioni di arte giapponese esistenti in città, era sicuramente la massima esperta. Aveva avuto un ruolo molto importante nella progettazione del Museo d'Arte Orientale, aperto nel 2001 (nella foto la vediamo proprio in questo museo, nel 2012, nella sala delle stampe giapponesi, oggetto di tanti suoi studi).
Nel periodo in cui ho ricoperto il ruolo di direttore del Museo Revoltella, ho avuto modo di lavorare con lei in tante occasioni, soprattutto nella realizzazione di mostre e cataloghi, di cui mi fa piacere ricordare i più importanti.
La nostra collaborazione inizia con "Pasquale Revoltella. Sogno e consapevolezza del cosmopolitismo triestino", evento dedicato al bicentenario della nascita del fondatore del museo, nel 1995, per cui Luisa Crusvar scrive un bellissimo saggio dedicato agli interni di Palazzo Revoltella, ai mobili, alle decorazioni, agli artigiani che vi lavorarono, evidenziando per la prima volta la ricercatezza e le particolarità stilistiche delle scelte fatte dal proprietario per la sua lussuosa dimora.
Grande conoscitrice del Novecento triestino (basti pensare al fondamentale volume "Gli affreschi di Carlo Sbisà e la Trieste degli anni Trenta" del 1980) nel 2005 Luisa Crusvar cura per il Museo Revoltella la mostra dedicata a Dino Predonzani, di cui è suo anche il titolo "Sogni di mare e di terra", in cui si riassume la poliedrica attività dell'artista, uno dei grandi maestri che sono stati attivi a Trieste nella decorazione delle navi.
Nel 2009 Luisa Crusvar contribuisce al catalogo della grande mostra "Leonor Fini. L'italienne de Paris" con un saggio molto profondo, "Leonor Fini. Simboli, rituali e metamorfosi per una mitologia dell'ambiguità", che indaga nell' "anima irrequieta" della pittrice triestina, cercando di decifrare i misteri che si nascondono nella sua pittura.
L'ultima occasione per lavorare con Luisa Crusvar al Museo Revoltella è la mostra "Trieste Suez. Storia e modernità nel 'Voyage en Egypte' di Pasquale Revoltella, del 2012, curata assieme a Vanja Strukelj. Anche in questo caso la grande cultura di Luisa Crusvar costruisce attorno al tema della mostra, il rapporto tra Pasquale Revoltella e l'impresa della costruzione del Canale di Suez, quella che lei chiama "la magnifica ossessione di un banchiere d'affari", un contesto di situazioni, relazioni, storie e luoghi che rendono l'argomento una lettura davvero unica, quasi un romanzo.
La scrittura di Luisa Crusvar era ricercata, raffinata, elegante e le permetteva di trasmettere al lettore tutta l'emozione che lei provava di fronte alle opere d'arte. Nessuno come lei sapeva evocare atmosfere esotiche, mondi lontani nel tempo e nello spazio, tradizioni perdute. Lei stessa era personaggio, con la sua immagine un po' fuori dal tempo, eterna ragazza dotata di una speciale sensibilità, ma anche di ironia, e di un inimitabile talento critico.
Maria Masau Dan
Museo d'arte orientale, Trieste, 2012 - Luisa Crusvar |
Museo Revoltella, Trieste. Inaugurazione della mostra "Dino Predonzani. Sogni di terra e di mare". La curatrice Luisa Crusvar e Maria Masau Dan. |
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