Casa Tominz a Gorizia, perché non farne uno spazio per la cultura?





Quale occasione migliore del privilegio di essere "European Capital of Culture 2025 Nova Gorica - Gorizia" per assicurare al patrimonio pubblico la casa natale di Giuseppe Tominz (1790-1866), il maggior pittore che Gorizia abbia mai avuto? Nessuno più di lui, tra l'altro, incarnò l'intreccio di culture diverse che caratterizza questo territorio: di famiglia originaria della valle del Vipacco, si formò a Roma nell'ambiente neoclassico e poi divenne il più celebrato ritrattista di Trieste, pur rimanendo sempre legato ai luoghi d'origine, dove tornò (nella vecchia casa di Gradiscutta, non molto distante da Gorizia) negli ultimi anni. 
Insomma meriterebbe senza ombra di dubbio un posto da protagonista nel programma di eventi del prossimo anno e speriamo che qualcuno lo ricordi adeguatamente. 
Passando davanti alla grande casa di piazza Cavour, però, dove nacque il 6 luglio 1790 e dove suo padre gestì per molto tempo un negozio di ferramenta, i cartelli di un'agenzia immobiliare mettono un po' di tristezza: non è facile accettare l'indifferenza (soprattutto delle istituzioni) alla dispersione della memoria...
Se l'occasione di essere per un anno capitale europea della cultura deve essere sfruttata per fare investimenti culturali a lungo termine, l'acquisto di questa casa potrebbe rappresentare davvero una grande opportunità. A Gorizia non mancano i musei, ma un luogo in cui venga spiegata la complessa storia della città in età moderna, e in particolare tra Otto e Novecento, non c'è. 
E Casa Tominz, collocata in uno dei punti della città più ricchi di storia, potrebbe essere una sede ideale per un progetto di questo tipo. 





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